Con la solita tecnica
del forzamento in massa in un singolo punto dell'estesa cerchia
difensiva, alle 6 del 21 gennaio 1941 gli inglesi attaccavano Tobruk e
due giorni dopo la fortezza cadeva.
Nella piazzaforte 22.000 italiani,
50 carri armati M11/39, e artiglieria varia. Nel gioco che ormai volgeva
al peggio veniva finalmente gettata la carta Corazzata Italiana finora
di riserva. Le forze inglesi si sono via via ridotte ed i pesanti MATILDA a disposizione ora sono solo 16. La 7a divisione Corazzata
britannica tiene sempre il lato Ovest della cerchia di Tobruk in attesa
di un possibile attacco Italiano da parte della Brigata Corazzata che
loro stessi sopravvalutano in organici e mezzi. Il nuovo schieramento
della X armata italiana si stende tra Derna e El Mechili dove si trova
anche la Brigata Corazzata. O Connor deciso a puntare su Bengasi divide
le forze.
Una colonna sulla litoranea e 1’altra all'interno. Un primo
scontro tra i carri M I3 (57) e gli inglesi si conclude a nostro favore.
Le unità inglesi questa volta rinforzate dai Matilda vengono nuovamente
all’attacco e hanno ragione degli italiani. Cambiarono allora
immediatamente piano d'attacco. Da piste desertiche lanciarono
direttamente un attacco al Golfo della Sirte che tagliava la strada a
tutte le unità italiane in ritirata da Bengasi. A Beda Fomm il 5
febbraio (a 30 Km da Agedabia, porta della Tripolitania) raggiunsero la
costa chiudendo la strada e gli ultimi italiani in una sacca. Il breve
combattimento di El Mechili fu quanto mai significativo. Dimostrò che
calibro, gittata e spessore della corazza erano i soli fattori decisivi.
Non a torto si cominciò a pensare a queste battaglie alla stessa stregua
delle battaglie navali. Chi ha maggiore gittata e calibro finisce per
vincere.
I cruiser Inglesi erano scarsamente protetti, molto mobili e il
loro pezzo da 40mni aveva un potere perforante analogo o superiore
all'italiano 47. Il minor peso del proietto 910 gr contro i 1440 gr
dell'Italiano era però compensato dalla maggior velocità iniziale 792
M/Secondo contro 630. A distanze ravvicinate il cannone inglese
perforava facilmente 53 mm di corazza mentre l'italiano a 500 metri
perforava solo 43 mm. A distanze maggiori il vantaggio, per il maggior
peso, passava agli italiani. La linea dei carri cruiser (mark A) sarà
definitivamente cancellata quando sul teatro africano appariranno le
prime unita mobili corazzate ITALO TEDESCHE e gli scontri si
assesteranno sempre oltre i 1000 metri.
LA PARTITA
Gli italiani partono all'attacco, con l'obiettivo principale di
traversare il campo di battaglia ed uscire dalla parte opposta, sempre
lungo la strada.
Gli inglesi si dispongono a difesa, a cavallo della strada litoranea.
Gli Italiani dividono il loro attacco in due parti, dividono gli
elementi della Divisione Corazzata Ariete in due aliquote, in tale
maniera le già deboli forze italiane corazzate saranno decisamente messe
in rotta. Lo sfondamento italiano non riesce, nonostante per ben due
volte le forze inglesi finiscano sui campi minati italiani non
segnalati.
Gli Inglesi vincono questo scenario.
Gli Italiani attaccando a ondate e dividendo le loro forze in tre parti
vanno incontro ad una disfatta e totale. Solo i bersaglieri riusciranno
a ritrovare la strada di casa. |