E’
l’alba del 12 aprile 1796. Circa 6.000 Austriaci, ritiratisi dopo una fallita
offensiva contro le linee francesi sull’Appennino savonese, aspettano
l’immancabile inseguimento dei francesi. La posizione difensiva è buona, con
l’ampio altopiano di Monte Pra al centro dello schieramento, sul quale sorge
l’abitato di Montenotte sulla destra ed un fitto bosco che copre il fianco
sinistro. Le due ali, più arretrate, si appoggiano ai villaggi di Bric Castello
sulla destra e La Crocetta sulla sinistra. L’artiglieria leggera è schierata al
centro, in supporto di 4 btg di linea, mentre una btr pesante si trova a Bric
Castello insieme a tre battaglioni di linea. Tuttavia, le ingombranti e lente
tattiche lineari e la scarsa competenza dei comandanti rendono quasi obbligata
la scelta difensiva del generale, Comte Eugene-Guillaume-Alexis Mercy d’Argentau.
All’alba, dalla nebbia che riempie la valle a sud dell’altopiano si sentono
riecheggiare spari e bellicose grida di incitamento in francese. Piccoli
battaglioni, forse inesperti, ma agguerriti e condotti da un giovane generale
alla sua prima vera battaglia in Italia, raggruppati in Demi-brigades,
cominciano ad inerpicarsi lungo il pendio. I ranghi sono assottigliati dalla
fame, dalla fatica e dai combattimenti dei giorni precedenti, ma il morale è
alto e i comandanti valorosi promettono di portarli alla vittoria. La massa
d’urto, circa 5.000 uomini con due batterie leggere, è concentrata contro il
centro dello schieramento austriaco, tra il bosco e Montenotte, mentre l’ala
destra, condotta dal generale Rampon (3.000 uomini ed una batteria), marcia
verso Le Crocette, nel tentativo di tagliare la via di ritirata del nemico con
un movimento aggirante. In riserva rimane un battaglione di granatieri ed un
paio di squadroni di Dragoni. Sciami di fanti leggeri coprono l’avanzata, ma
appena la nebbia si alza, le artiglierie leggere austriache e le linee di fanti
fanno abbaiare le loro armi.
Nonostante qualche successo dei bianchi, l’avanzata francese sembra travolgerli
ed al primo attacco sia la batteria che il battaglione posto al limitare del
bosco volgono in fuga. Ma la linea austriaca al centro ed il battaglione
trincerato a Montenotte sono irremovibili; più e più volte le colonne francesi
attaccano e vengono respinte, con durissime perdite. Dal lato del bosco
l’avanzata francese, rallentata dal bosco stesso, sembra aver perso vigore e,
mentre l’avanzata su Le Crocette appare titubante, il comandante austriaco
richiama le truppe da Bric Castello verso il centro. Con la batteria pesante
ormai in linea e i battaglioni in avanzata verso il fianco sinistro francese
minacciato, la partita sembra ormai aggiudicata.
Ma,
a questo punto, invece, succede l’imprevedibile: il comandante austriaco, vista
l’ennesima ritirata delle colonne francesi dal centro, non considerando le
riserve ancora a disposizione del nemico, tuona “All’attacco! Sono battuti!
Inseguiamoli!”. Il battaglione a presidio di Montenotte si forma in linea di
fronte al villaggio, abbandonando la favorevolissima posizione, ma in quel
momento due colonne nemiche fresche si lanciano su di esso volgendolo in fuga in
breve tempo ed occupando Montenotte. Di qui in poi, lo scontro si fa confuso:
l’ala destra austriaca si impantana nel bosco ed è tenuta in scacco dalla
riserva francese, mentre l’ala sinistra, dopo qualche resistenza, è obbligata a
sloggiare da Le Crocette dal preponderante attacco nemico. Al centro c’è ancora
qualche resistenza ed addirittura un tentativo di contrattacco, ma la linea,
nonchè lo spirito di resistenza austriaco è spezzato.
Con
un ultimo disperato sforzo, i francesi respingono giù dal pianoro tutti i
battaglioni bianchi ed a questo punto lo scontro ha termine, con il ripiegamento
in disordine degli austriaci ed i francesi, esausti, che si arrestano sulla
linea Montenotte – Le Crocette. Lo scontro, benchè vittorioso, è stato assai
sanguinoso, per la prima esperienza italiana del Generale Napoleone Bonaparte! |