E’ l’alba del 15 aprile 1950. La Cina inizia il suo dispiegamento di truppe al
confine con la Corea del Nord in previsione di un’aiuto tangibile nei confronti
di quest’ultimi impegnati in una guerra logorante con gli USA.
Condizione posta dai cinesi ai loro nuovi alleati e quella di impedire con la
loro aviazione qualsiasi sorvolo da parte di apparecchi nemici (USA) del
territorio dove si muovono le truppe cinesi.
Quattro caccia MIG 15 dell’aviazione nordcoreana si trovano a pattugliare l’area
quando in lontananza individuano quelli che sembrano due F86 "Sabre" americani
in rapido avvicinamento alla zona interdetta.
La reazione è immediata; i caccia con la stella rossa si dividono gli obiettivi.
Due di loro puntano decisamente sul caccia che hanno di fronte mentre gli altri
due puntano il secondo obiettivo.
Mentre i due caccia americani eseguono le prime evoluzioni per eludere la caccia
nordcoreana improvvisamente da un banco di nuvole alla destra del secondo caccia
nordcoreano sfreccia alla massima velocità un altro caccia americano che
all’inizio era stato ignorato o non era stato individuato.
Il terzo caccia non sembra voglia partecipare allo scontro e si dirige
velocemente verso il confine con la Cina.
Intanto il duello tra gli apparecchi coreani e quelli americani si fa serrato.
Uno dei caccia coreani, con un abile manovra, riesce a piazzarsi in coda ad un
apparecchio nemico mettendolo sulla difensiva e obbligandolo ad una serie di
manovre evasive per evitare di essere abbattuto.
Il comandante della squadriglia coreana, intuendo le vere intenzioni del terzo
caccia yankee ordina l’immediato abbattimento del terzo intruso.
Infatti questi effettua diversi sorvoli della zona di confine facendo capire
chiaramente il suo obiettivo: fotografare la zona con lo schieramento cinese in
atto.
Dopo aver abbattuto un primo aereo americano, il comandante coreano ordina a
due apparecchi di sganciarsi dal combattimento e di dirigersi verso
l’apparecchio-spia.
Il secondo F86 cerca di sfuggire e al contempo di tenere impegnati i MIG dal
reale obiettivo. Viene centrato una prima volta ma riesce a contenere i danni e
rimanere sul “terreno” dello scontro.
Gli altri due si dirigono velocemente verso l’aereo-spia e iniziano un serrato
inseguimento che per un po, grazie anche alla grande abilita del pilota
americano, non porta a nulla.
Nel frattempo anche gli altri due MIG, finalmente abbattuto il secondo F86, si
dirigono anche loro velocemente verso l’aereo-spia.
A questo punto per l’apparecchio americano non vi è più scampo: cerca in tutti i
modi di evitare il contatto ma dopo pochi minuti di manovre serrate, evoluzioni
e giravolte al limite del collasso strutturale deve soccombere alla superiorità
numerica del nemico. |