Le ultime decadi del 30 secolo dopo Cristo vedono la fine del periodo
di massimo splendore dell'impero romano. Nel 284 d.C., l'imperatore Diocleziano, decide di
dividere il governo dell'impero con Massimiano e nomina due "Cesari" per
coadiuvare gli imperatori ("Tetrarchia", cioè, "governo dei
quattro"). All'abdicazione di Diocleziano e Massimiano si apre un periodo di
complesse lotte per il potere che avrà termine con la riunificazione dell'impero da parte
di Costantino. Proprio in questo ambito si inserisce la guerra tra Costantino e Massenzio,
che terminerà con la battaglia di Saxa Rubra.
Nel 306, Massenzio, figlio di Massimiano, prende il potere a Roma
scacciando i rappresentanti dell'imperatore. Intanto, nelle Gallie, Costantino, figlio di
uno dei "Cesari" di Diocleziano, succede al padre e stabilisce il proprio
dominio su Britannia, Gallia e Spagna, fino ai confini dell'impero, lungo il Reno. Nel 312
d. C., Massenzio, a seguito di complessi avvenimenti, minaccia di invadere la Gallia.
Lasciata una parte delle proprie truppe a difendere i confini del nord contro e invasioni
dei barbari, Costantino inizia la marcia sull’Italia. Al termine di alcuni scontri
con gli eserciti di Massenzio, Costantino si impossessa di tutta l'Italia del nord ed
inizia la discesa su Roma lungo la via Flaminia.
In Ottobre giunge alle porte di Roma e Massenzio esce dalla città per dargli
battaglia presso Saxa Rubra, in un ansa del Tevere a qualche chilometro a nord di Ponte Milvio. La posizione
di Massenzio è assai critica perché il suo esercito combatterà con le spalle al Tevere,
che è stato attraversato su un piccolo ponte in legno. Benché non si abbiano dati
precisi sull'esatto numero dei partecipanti allo scontro, dagli effettivi ricostruiti
dagli studiosi si può supporre che Massenzio abbia circa 22.000 uomini contro i 17.000 di
Costantino, ma le truppe di quest'ultimo sono veterane delle campagne contro i barbari sul
Reno. Il giorno 28 ottobre ha luogo lo scontro.
Le cavallerie di ambedue le parti sono
schierate sulle ali, come di regola mentre le fanterie più esperte si trovano al centro:
la guardia pretoriana di Massenzio difende la testa del ponte, al centro dello
schieramento.
La battaglia inizia con il consueto scambio di lanci di frecce, giavellotti e pietre tra le
truppe leggere, probabilmente con scarsi risultati. Poi, le ali avverse di cavalleria si
slanciano l'una contro l'altra: le cavallerie "corazzate" di Massenzio caricano
con successo il fronte delle cavallerie di Costantino, armate più alla leggera.
Costantino, come sempre, si espone di persona e conduce i propri cavalieri in un disperato
ma decisivo contrattacco sui fianchi del nemico: le cavallerie corazzate, sorprese dalla
foga del nemico ed incapaci di manovrare rapidamente, si sbandano e volgono in fuga.
intanto, al centro, i legionari sono coinvolti in un combattimento serrato: la fanterie di
Costantino hanno attaccato gli avversari e, poco alla volta li stanno spingendo verso il
fiume.
I fanti di Massenzio, poco incoraggiati dal proprio comandante, vista la rotta
delle cavallerie pesanti e l'imminenza dell'arrivo sui fianchi dei cavalieri nemici,
cedono di schianto e l'arretramento si trasforma in fuga disordinata. Solo la guardia
pretoriana resiste con accanimento, alla difesa del ponte, unica via di ritirata per
l'intero esercito. Ma il ponte non regge il peso delle truppe in fuga e l'improvviso
crollo lascia la maggior parte dell'esercito senza via di scampo. Molti si gettano nel
fiume ed annegano trascinati dalla corrente. Lo stesso Massenzio si lancia nelle acque del
Tevere: il suo corpo viene ritrovato più tardi, tradito dal peso dell'armatura. La
guardia pretoriana, accerchiata, resiste sul posto fino all'ultimo uomo: questa è la sua
ultima battaglia, non sarà mai più ricostituita. Il giorno successivo, Costantino entra
trionfalmente a Roma, mostrando la testa mozzata del suo avversario.
L'anno seguente, Costantino incontra, a Milano, Licinio che, nel
frattempo, si è 'impossessato di tutto l'impero d'Oriente; insieme, riconoscono il
Cristianesimo come religione ufficiale dell'impero romano. Nel 331, senza apparente
provocazione, Costantino assale Licinio, lo costringe alla resa e lo fa giustiziare.
Costantino ha così riunificato l'impero romano sotto un solo signore. La sede imperiale
viene trasferita in una Bisanzio completamente ricostruita e ribattezzata Costantinopoli.
Roma non sarà mai più la capitale dell'impero.
Narra una nota leggenda che, la sera prima della battaglia, a
Costantino sia apparsa una grande croce con la
scritta in latino "In hoc signo vinces" ("In questo segno, vincerai"):
Costantino avrebbe così fatto dipingere sullo scudo dei suoi
legionari il monogramma cristiano PX La leggenda è stata creata
dall'agiografia successiva che voleva celebrare la vittoria
dell'imperatore cristiano su Massenzio, pagàno; in
realtà, benché buona parte dell'esercito fosse già
cristiana e le simpatie religiose di Costantino fossero evidenti, la
sua conversione ufficiale e definitiva al cattolicesimo non avvenne che
poco prima della sua morte, avvenuta nel 337 d.C.
Ponte Milvio oggi
IL PLASTICO DELLA BATTAGLIA
Il plastico riproduce la fase culminante della battaglia, il momento in
cui le cavallerie pesanti di Massenzio vengono messe in fuga dalla carica guidata da
Costantino in persona e le formazioni di fanteria cominciano a sgretolarsi. Al centro, la
guardia pretoriana che resiste fermamente a difesa del ponte.
Il plastico, che ha una grandezza di quattro metri quadri e si trova
all'interno della torretta di Ponte Milvio, è stato realizzato con oltre ottocento
soldatini in piombo alti 15 mm. dipinti a mano dai soci dell'Associazione "Miles
Gloriosus" di Roma, che ha curato l'intero allestimento della mostra. E' anche disponibile la locandina dell'evento.
Documentazione storica, Progettazione e Coordinamento:
Franco Foderaro, Luca Marini
Realizzazione diorama:
Alessandro Canali, Franco Foderaro
Ricerca Uniformologica, Realizzazione e pittura soldatini:
Arcangelo Calabrese, Claudio D'Ascenzo
Testi, grafica e video:
Luca Marini
Luci:
Luciano Cifali
Collaborazione all'allestimento ed alla realizzazione:
Stefano Manconi, Toni Mudadu, Raffaele Sale, Massimo Stinco, Giuseppe Tamba, Andrea
Valiani, Juan Josè Zavaleta
Il plastico della battaglia di Ponte Milvio e
l'allestimento del Museo del Ponte rientrano nell'ambito della manifestazione
"Costantino '97" promossa dall'Ufficio Cultura della XX Circoscrizione Di Roma "Cassia
– Flaminia".
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